Sfido chiunque a passare una giornata sui sentieri senza vedere gente camminare con scarpe da running, pedule ed anfibi militari sullo stesso sentiero.
Dal momento in cui ognuno ha la propria forma e taglia del piede e le proprie impressioni personali, la scelta sulla tipologia di scarpa è insindacabile, se basata su gusti personali.
Si comincia però a storcere il naso nel momento in cui una tipologia di scarpa viene considerata "oggettivamente migliore di un'altra".
Ci troviamo quindi a porci la fatidica domanda; meglio scarpe basse o scarponi per i trekking?
Provenendo dal mondo militare ho avuto modo di provare varie tipologie di scarpe e scarponi, indossandoli per giorni interi e talvolta anche durante la notte. Per quanto possa andare a fondo nell'analisi le mie impressioni non possono che essere soggettive, ci sono però delle considerazioni oggettive da fare e miti da sfatare.
Prima di qualche considerazione personale, partiamo dalle principali tipologie di calzature per le escursioni.
Scarpe basse
Il titolo definisce già la tipologia di calzatura, sono scarpe che generalmente non superano l'altezza della caviglia.
La scarpa bassa in genere permette un'andatura più veloce grazie al peso ridotto ed all'ampia mobilità articolare concessa. Inoltre, questa offre di solito molta traspirabilità in quanto spesso vengono prodotti modelli senza membrana impermeabile che però non rispecchiano questa caratteristica nella loro controparte alta.
In questa macrocategoria, però, va fatta una netta distinzione tra scarpa da camminata e scarpa da corsa. La natura stessa del movimento dei piedi durante la camminata e la corsa sono alla base delle differenze tra scarpe da trekking e scarpe da running. Mentre la camminata prevede una fase di appoggio simultaneo di entrambi i piedi, durante la corsa è previsto un "rimbalzo" tra un appoggio del piede e l'altro. Di conseguenza, la suola e le parti interne delle due tipologie di scarpe potrebbero essere concettualmente diverse.
Può quindi un uso improprio di scarpe da camminata o da corsa recare danno al piede o all'attività di corsa o camminata?
Dipende.
Una scarpa da camminata può essere un po' pesante e fastidiosa se usata per correre. Chiaramente, una breve distanza una volta ogni tanto non ha lo stesso impatto di una mezza maratona corsa indossando scarpe da camminata. In generale, mentre è più probabile che l'utilizzo di una scarpa da corsa durante una camminata comprometta la longevità e performanza tecnica della calzatura piuttosto che danneggiare la biomeccanica del corpo, sarebbe decisamente meglio evitare di usare delle scarpe da camminata per attività di corsa.
Un punto forte dei sostenitori della scarpa alta è il fatto che la mancanza di copertura alla caviglia esponga l'articolazione ad un rischio maggiore, aumentando la possibilità di storte - argomento secondo me ambiguo, soprattutto dopo diversi anni di riflessioni, prove e storte prese. Esistono anche studi accademici che riportano la non influenza sull'aumento degli infortuni alla caviglia da parte di chi indossa scarpe basse durante le escursioni. Anche un collega estremamente preparato e con titoli a riguardo, con il quale mi ero confrontato manifestando la mia sensazione di maggiore sicurezza con uno scarponcino alto piuttosto che con una scarpa bassa, mi aveva dato la stessa risposta e anche riportato la motivazione riportata dallo studio universitario: portando spesso scarponcini, non avevo allenato i muscoli stabilizzatori della caviglia. Per questo motivo, avevo questa sensazione di mancato supporto.
Questa spiegazione ha senso, effettivamente. Però, dall'alto dei miei zero titoli in ambito medico o nelle scienze motorie mi sorge però una domanda:
Se lo scarponcino non supporta l'articolazione, perché utilizzandolo non ho sviluppato questi muscoli stabilizzatori della caviglia?
Mi viene spontaneo pensare che alla fine, un colletto più alto, una qualche differenza la fa.
Scarponcini e pedule
Con una struttura generalmente più rigida, lo scarponcino è una calzatura pensata per la camminata anche con carichi, decisamente inappropriata per vere e proprie attività di corsa.
Solitamente le differenze più visibili rispetto ad una scarpa bassa sono il peso maggiore, una suola più scolpita ed una tomaia più strutturata.
Diversi brand hanno iniziato a creare dei modelli che potremmo considerare ibridi, usando come modello base una scarpa bassa che già producono, alla quale poi aggiungono il collo alto.
Come dicevo, il collo più alto viene generalmente associato ad una maggiore sicurezza e protezione a livello articolare. A prescindere dal grado di allenamento, un collo più alto permette una maggiore protezione in caso di urti da parte di detriti o scivolamento e limita l'ingresso di eventuale polvere e sassolini nella calzatura. Inoltre, gli scarponcini tendono ad avere membrane impermeabili interne alla tomaia. Vedremo però di seguito perché questo non sia necessariamente un fattore positivo.
Nonostante esistano numerose varianti di membrane impermeabili, con picchi di performance che promettono veri e propri miracoli, dobbiamo tenere in considerazione che il nostro piede "respirerà" circa 7 volte meno rispetto che con una calzatura senza membrana. Questo può portare a un aumento della sensazione di calore e sudorazione; con la sudorazione aumenta la probabilità di incorrere in vesciche e cattivi odori, sinonimo di proliferazione batterica.
È anche bene considerare che, indossando scarponcini alti, la sensazione di piede bagnato molto probabilmente si verificherà anche in caso di clima freddo o di contatto con acqua molto fredda per via della condensa che si crea in quanto il piede caldo riscalda la superficie interna della tomaia, mentre la superficie esterna sarà a contatto con vento o acqua fredda.
Le membrane impermeabili non sconfiggono la legge della fisica: sia che siano applicate ad un indumento, piuttosto che una calzatura, la loro qualità viene indicata dalla resistenza ad una determinata quantità di acqua (colonna d'acqua), che ha comunque un limite.
Cosa succede, quindi, quando questo limite viene raggiunto? O quando, per esempio, durante un guado l'acqua riesce ad entrare nello scarpone?
La membrana continuerà a svolgere la sua funzione, rendendo difficoltoso lo spurgo dell'acqua all'interno della calzatura senza rimuovere i piedi della stessa. Trattenendo l'acqua, la calzatura impiegherà quindi molto tempo ad asciugarsi: se vi trovate in climi freddi, potrebbe metterci anche vari giorni.
Potrebbe venirci spontaneo avvicinare gli scarponi ad una fonte di calore, sperando di accelerare il processo di asciugatura. Questo però potrebbe compromettere l'intera struttura della calzatura.
La presenza di acqua miscelata al sudore, se non ben asciugata e se esposta al calore, potrebbe agevolare la proliferazione batterica e addirittura la nascita di muffe.
Quindi qual è la soluzione? Dovremmo piuttosto rischiare di bagnarci i piedi?
Sì.
Usando calzature senza membrana impermeabile è passata l'acqua di sorgenti alpine, di torrenti degli Appennini e di torbiere Lapponi. Il calore del mio piede non ha mai impiegato più di poche ore ad asciugare completamente calze e calzature.
Per fortuna nell'ultimo periodo diversi brand hanno introdotto pedule senza membrana impermeabile, studiate e concepite per climi aridi, che personalmente preferisco ed utilizzo tutto l'anno.
Anfibi Militari
Questa è la categoria che tende a confondere di più l'escursionista. Ho visto diverse persone acquistare anfibi militari per intraprendere il Cammino di Santiago con la logica "se li usano le Forze Speciali, allora sicuramente andranno bene per un cammino".
Partiamo con la nostra analisi dalla natura tecnica delle calzature militari, che non sono ovviamente tutte uguali. Esistono calzature dedicate alle Truppe Alpine, ai Paracadutisti, ad unità anfibie e molto altro. La varietà e soprattutto la specificità delle calzature militari dovrebbe da sola suggerire che il fatto che una calzatura venga adottata da un determinato reparto non significa che quella calzatura possa essere adatta a un viaggio o a un cammino.
Consideriamo poi che un militare indossa un setup decisamente inusuale per un escursionista, partendo da vest con carichi di circa 8-12kg e arrivando a trasportare anche carichi da oltre 30kg.
Diventa quindi chiaro che le calzature militari siano piuttosto fuori contesto in un contesto escursionistico. Infatti, le specifiche e soprattutto i carichi delle attività militari richiedono che, la rigidità della calzatura sia tale da resistere a sollecitazioni alle quali difficilmente un escursionista dovrà sottoporsi. C'è anche da considerare che, tempo fa, l'escursionismo si ispirava al mondo militare, in quanto gli Alpini erano gli unici a compiere determinate imprese. Oggi, invece, sembra quasi che sia il mondo militare ad appoggiarsi ed ispirarsi al mondo civile: anche durante esercitazioni ed altre attività formali, molti militari preferiscono gli scarponcini da trekking agli anfibi militari. Inoltre, vari brand molto famosi di abbigliamento e calzature per l'escursionismo hanno creato col tempo (e spesso su richiesta) la loro linea militare.
Sicuramente esistono calzature militari davvero valide e che possono competere con la loro controparte "civile". Considerando però le tecnologie di cui disponiamo e i livelli raggiunti dalle calzature progettate per l'escursionismo, si può tranquillamente concludere che l'anfibio militare svolge la sua funzione prima e principale come parte della divisa d'ordinanza, quindi per l'attività all'interno della caserma.
Considerazioni finali
Sono fermamente convinto che poche cose siano intime e soggettive come le calzature. Ormai ho perso il conto dei soldi spesi per acquistare delle calzature blasonate per poi scoprire dopo qualche settimana che non facevano per me.
La verità è che la verità non ve la posso dire io, dato che solo io ho i miei piedi. Quello che posso dirvi per certo è che la calzatura per affrontare tutti i contesti non esiste: dovrete sempre trovare un compromesso se deciderete di affrontare un Cammino o un lungo trekking.
Il modo migliore per trovare la soluzione più adatta a voi è camminare, testare diverse scarpe e cercare di non lasciarsi condizionare da false promesse pubblicitarie o dall'influencer di passaggio.
Buon cammino!
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